Emozionante racconto che nasce dalla collaborazione del WWF Litorale Laziale, WWF Caserta e WWF Brindisi. Il giovane videomaker Emanuele Quartarone con grande sensibilità ha composto un filmato che sarà strumento di conoscenza e quindi di tutela per le nove aree naturali, tre per ciascuna regione. Protagonisti del documentario sono i nove frammenti di natura da salvaguardare e valorizzare.
Autore: FabioC
LATINA: UN PROGETTO INSOSTENIBILE VIENE RIPROPOSTO
NONOSTANTE PRECEDENTI E COMPROVATI INSUCCESSI

Non infliggiamo ulteriori danni alle nostre coste
Con vivo disappunto veniamo a conoscenza che il Comune di Latina ha fatto elaborare un progetto di “fattibilità tecnica ed economica” per il completamento delle opere di protezione della costa da Foce Verde a Capoportiere, da realizzare mediante scogliere e pennelli rocciosi. Già nel 2004 – 2008, in un tratto di litorale di Foce Verde, fu realizzato un ripascimento rigido della stessa tipologia, che ha dato risultati soddisfacenti nel solo tratto interessato dai lavori ma ha prodotto danni devastanti nell’intera costa a sud-est fino al promontorio Circeo.
A suo tempo l‘ISPRA, in una pubblicazione del 2009, aveva palesemente sconsigliato il prolungamento fino a Capoportiere di tali opere, dato che la conoscenza della letteratura scientifica nazionale e internazionale in materia confortava il giudizio negativo su qualsiasi pratica di recupero delle spiagge con opere improprie, quali scogliere e pennelli rocciosi come sottolineato da Mario Tozzi in un articolo del 2018 e come denunciato da decenni dal prof. Pranzini dell’Università di Firenze.
Da decenni autorevoli ricercatori hanno studiato il fenomeno dell’erosione costiera cercando di scoprirne le cause e fornire gli strumenti tecnici alle amministrazioni interessate per realizzare opere che permettessero di recuperare il danno creato ai territori costieri e alle comunità che li abitano.
Oltre ad oscillazioni periodiche della linea di costa, dovute a cause naturali, i ricercatori hanno individuato in alcune tipologie di attività antropiche la causa principale di questo degrado.
Responsabili in primis sono stati individuati i porti con moli e avamporti protesi a mare, approdi, anche di modeste dimensioni e scogliere e pennelli rocciosi trasversali alla costa.
Purtroppo sulla costa del Lazio tutti questi elementi sono riconoscibili molto facilmente in tutti i comuni che affacciano sulla costa, specie in provincia di Latina dove la costa è sabbiosa e particolarmente vulnerabile; ne attestano purtroppo la fragilità le condizioni in cui versa attualmente la duna di Sabaudia, gioiello naturalistico interno al Parco Nazionale del Circeo.
In 40 anni circa la ricerca è andata avanti e nonostante questo ci si ostina ad adottare progetti di sicuro esito devastante, con ripercussioni inimmaginabili per il turismo e l’economia dei territori che verrebbero coinvolti.
Oltre al danno ambientale gravissimo dobbiamo ricordare il danno erariale che ne potrebbe derivare e la richiesta di risarcimento da parte di imprenditori balneari e comuni. Per un maggiore approfondimento alleghiamo alla presente, oltre alla nota inviata alle autorità competenti e la relazione del nostro socio Dott. Nello Ialongo, Geologo con provata e solida esperienza nel campo.

Relazione Dott. Nello Ialongo, Geologo
UN PROGETTO ASSOLUTAMENTE INSOSTENIBILE
Il Comune di Latina ha provveduto a far elaborare un progetto di “fattibilità tecnica ed economica” per il completamento delle opere di protezione della costa da Foce Verde a Capoportiere, da realizzare mediante pennelli rocciosi e scogliere per un importo di oltre cinque milioni. In un tratto di litorale di Foce Verde era stato eseguito, nel 2004 – 2008, un ripascimento rigido della stessa tipologia, che ha dato risultati devastanti.
Durante la costruzione della scogliera e dei pennelli era in corso lo “Studio Preliminare Ambientale per la Ricostruzione e Difesa del Litorale compreso tra Capo Portiere e Torre Paola”, finanziato dalla Regione Lazio e commissionato dall’Amministrazione Provinciale di Latina all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Nell’Addendum alla Relazione Generale riguardante gli studi di modellistica numerica (datato 28 gennaio 2009) si trova scritto che: “La crisi del litorale tra Foce Verde e Capoportiere, dopo la realizzazione dei primi pennelli e della barriera sommersa, nonostante il ripascimento, è rapidamente progredita verso sud costringendo alla realizzazione di tre nuovi pennelli” …… “è stato ipotizzato un prolungamento del sistema di difesa del tratto compreso tra la barriera emersa e Capoportiere, costituito da pennelli con testate sommerse ” …………… “Se da un lato, tale soluzione darebbe sicuri e immediati benefici locali dall’altro comprometterebbe la stabilità del litorale tra Capoportiere e Torre Paola…”
Nonostante che a suo tempo non sia stato operato alcun prolungamento, gli effetti della più contenuta opera realizzata a Foce Verde, nei litorali a sud della zona di intervento, sono stati molto più pesanti di quanto previsto dallo studio dell’ISPRA. Di anno in anno, progressivamente a partire dalla Marina di Latina fino al Promontorio Circeo, si sono verificate ampie escavazioni dei fondali, elevati arretramenti delle spiagge, distruzione di molti stabilimenti balneari (compreso quello della Polizia di Stato di Latina), devastanti erosioni, e crolli, del versante dunare in numerosi tratti del litorale, con asportazione della tipica macchia mediterranea. L’approfondimento dei fondali ha comportato la scomparsa in molti tratti delle barre sabbiose sommerse fondamentali per l’attenuazione dell’energia dei marosi durante le mareggiate.
I dissesti di maggiore intensità nella duna sono avvenuti laddove i fondali avevano acquisito maggiore profondità. A Sabaudia nei primi mesi del 2009 sono avvenuti crolli della duna particolarmente consistenti sotto il parcheggio del ristorante “La Giunca” e in corrispondenza della villa dello scultore Emilio Greco. Nella duna su cui giace tale villa si è formata una scarpata di erosione alta 6 – 7 metri. Nel 2010 una mareggiata ha distrutto lo stabilimento balneare dell’Hotel Le Dune e prodotto consistenti erosioni in vari tratti di duna compresi tra detto albergo e Torre Paola.
In alcuni tratti di litorale del Parco Nazionale del Circeo l’erosione dei fondali ha messo a nudo uno strato roccioso, appartenente ad una formazione geologica più antica, solcato da fratture, a volte con bordo tagliente, molto pericoloso per i bagnanti. Nell’intera costiera di Sabaudia, tale formazione lapidea era stata raggiunta soltanto laddove (insensatamente) è stata attiva per molti anni (periodo 1950 – 1960) una cava di sabbia dal fondo marino.
La pesante accentuazione delle condizioni di vulnerabilità dell’ecosistema dunare del Parco del Circeo, provocata dalla realizzazione dell’opera di Foce Verde, ha comportato seri provvedimenti da parte dell’Autorità di Bacino del Lazio. L’intera costa compresa tra Rio Marino e Torre Paola è stata classifica nel Piano dell’Assetto Idrogeologico della Regione (P.A.I.), come “Area di attenzione per pericolo di frana” e il tratto di duna antistante Sabaudia, che comprende l’Hotel Le Dune e la villa dello scultore Emilio Greco, addirittura area a “pericolo di frana molto elevato” A(PA/RA) nel P.A.I.
Circa le procedure di legge relative all’approvazione del progetto del Comune di Latina va sottolineato che l’opera che si prevede di realizzare va obbligatoriamente sottoposta (direttiva 92/43/CEE “Habitat”) quantomeno a studi di Incidenza Ambientale (VINCA). Non c’è dubbio alcuno che l’intervento previsto avrà effetti “significativi” sui alcuni siti della rete Natura 2000 presenti nel vicino comprensorio del Parco Nazionale del Circeo. Per quanto riguarda le dune (sito natura 2000: IT6040018) il precedente intervento di Foce Verde costituisce un modello sperimentale “in campo” altamente dimostrativo, una prova provata di quanto avverrà con assoluta certezza nella costa fino al promontorio Circeo (ove il progetto di che trattasi dovesse essere realizzato), in un ecosistema: dune-spiaggia emersa-spiaggia sommersa, già altamente destabilizzato dal precedente intervento degli anni 2004-2008. Gli studi effettuati a sostegno del progetto al confronto non possono che avere una modesta validità, per altro sostanzialmente teorica, vista l’elevata complessità degli idrodinamismi generati dalle mareggiare e la estrema variabilità di luogo in luogo degli stessi, in particolare con il variare della morfologia dei fondali.
Va fatto rilevare che mentre le spiagge nelle stagioni favorevoli in qualche misura si ricostituiscono (in parte anche per la sabbia rilasciata dal versante dunare durante i processi di erosione), le dune del Parco subiscono dissesti permanenti che, anche a causa dell’erosione eolica e del ruscellamento delle acque di pioggia, si prolungano a tratti fino alla strada lungomare pontino provocando crolli o smarginature della sede viaria.
E’ certamente assurdo che in materia di dinamica dei litorali si continuino ad ignorare gli appelli di docenti universitari e ricercatori di enti quali il C.N.R., l’ISPRA, l’ENEA, i quali da tempo hanno dichiarato che le opere foranee di protezione delle spiagge, risolvono il problema del recupero delle spiagge laddove si opera l’intervento ma producono devastanti erosioni per decine di chilometri negli arenili in direzione delle correnti marine.
Il geologo Mario Tozzi, primo ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, noto esperto ambientale e divulgatore scientifico, è stato intervistato (IL TEMPO del 4/04/2018) in merito alle problematiche dell’erosione costiera, con riferimento alla costa a nord di Roma dove la duna di Focene, è stata addirittura sfondata e la spiaggia a Fregene, nell’inverno 2018, è in gran parte scomparsa. Tozzi ha affermato che la principale causa dei dissesti in quella zona è da attribuire (oltre alla costruzione del nuovo porto turistico di Fiumicino) alla realizzazione di difese delle spiagge con opere assolutamente improprie quali scogliere e pennelli rocciosi. Circa i rimedi Tozzi ha indicato come assoluta priorità, ai fini della tutela dei litorali, il blocco di qualsiasi opera di difesa rigida sull’intera costa laziale.
Di recente il Ministero per l’Ambiente è intervenuto per bloccare la realizzazione nel lungomare di Ostia progetto di difesa rigida con pennelli disposti lungo un tratto di spiaggia di 4 chilometri.
Detto quanto sopra si pone con forza il problema del risarcimento dei danni causati da opere di difesa rigida della costa, aggettanti in mare, ormai unanimemente considerate foriere di pesanti dissesti ambientali e di gravi ripercussioni sulle attività balneari e turistiche che si svolgono nelle località costiere.
E’ molto significativo al riguardo il risultato di una vertenza tra il Comune di San Lucido, in Calabria, e la Soc. Rete Ferroviaria Italiana riguardante la devastazione delle spiagge comunali provocata dalla realizzazione di scogliere aggettanti in mare da parte di detta Società a difesa della ferrovia costiera. Con sentenza del Tribunale di Paola del 2007, confermata della Corte di Appello di Catanzaro nel 2016, la Società Rete ferroviaria Italiana è stata condannata a indennizzare Il Comune di San Lucido per i danni ambientali arrecati dagli interventi eseguiti
Monumento naturale alla foce del TEVERE
Bella manifestazione domenica 8 maggio per chiedere l’istituzione di un Monumento naturale alla foce del Tevere. A piedi e in bici, tante persone in marcia dal CHM LIPU al vecchio faro di Fiumicino. Numerose associazioni di Ostia e di Fiumicino hanno aderito alla marcia. Presenti il vicesindaco di Fiumicino Ezio Di Genesio Pagliuca e la vicepresidente del X Municipio, Valentina Prodon.









IMPIANTI DI TRATTAMENTO RIFIUTI E DI PRODUZIONE ENERGETICA PROVINCIA DI LATINA

Il WWF Litorale Laziale, in collaborazione con la sezione ISDE della provincia di Latina, ha di recente inviato alla Regione Lazio, all’Assessore al Ciclo dei Rifiuti e impianti di trattamento, smaltimento e recupero, Massimiliano Valeriani, all’Assessore alla Transizione Ecologica, Roberta Lombardi, al Direttore Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette, Vito Consoli, un importante appello (allegato) in linea con quello inviato il 30 marzo c.a. ad alcune amministrazioni, e tra queste quella di Aprilia. Nella comunicazione, ben circostanziata e corredata da dati, si richiedeva la regolamentazione delle attività riguardanti gli impianti di trattamento rifiuti e gli impianti per la produzione energetica FER (allegata).
Abbiamo chiesto che si realizzi la definizione degli Ambiti Territoriali Ottimali, ATO, (territori dove si organizzano servizi pubblici integrati per la gestione dei rifiuti, dove agiscono autorità di Ambito che affidano, organizzano e controllano la gestione del servizio) e quindi si facciano studi di approfondimento sul territorio per individuare zone di possibile costruzione di impianti ma soprattutto dove si evidenzino le zone e i territori già fortemente degradati dalla presenza di altri impianti; abbiamo chiesto che si applichi il Piano dei Rifiuti Regionale completamente disatteso e che si rispetti il Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria e, laddove necessario, si valuti l’applicazione della direttiva Seveso.
Abbiamo chiesto che i cittadini vengano informati di eventuali progetti che riguardano i loro territori dove vivono con le loro famiglia, in fase progettuale, non a lavori iniziati e autorizzazioni rilasciate.
Le popolazioni stanno protestando non in virtù del principio NIMBY (inglese per Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile”) che avrebbero tutto il diritto a rivendicare, ma che è spesso usato in senso negativo come di chi rifiuta in modo egoistico a priori qualsiasi innovazione. Le comunità sono perfettamente al corrente dei danni alla salute e del degrado all’ambiente che tutto questo comporta, per le loro vite e per la vita dei loro figli. E sono altresì consapevoli che questi impianti sono dannosi e inquinanti per le falde idriche, sono consapevoli che l’atmosfera e i sistemi naturali possono trasportare queste sostanze indesiderate per chilometri e chilometri.
La protesta dei cittadini è supportata da dati oggettivi e documentati comprovanti una inefficiente gestione del territorio e una apparente indifferenza alla salute della collettività.
Per questo ci siamo rivolti alla Regione e ai comuni di Pomezia, Aprilia, Cisterna, Fondi, Terracina, Minturno nella provincia di Latina, ai loro sindaci, alle figure istituzionali che hanno l’obbligo di salvaguardare il territorio e la salute dei propri cittadini.
Tra questi il Sindaco di Aprilia ha ricevuto anche una nostra richiesta di incontro. Le nostre associazioni sono al fianco di questa comunità che vive ormai da anni una situazione insostenibile e che solo il primo cittadino nella sua competente autorità può cambiare.
Corso sulla bonifica, i prossimi appuntamenti

6 maggio venerdì, ore 18.45 II incontro in video conferenza
I canali e la rinaturalizzazione degli habitat
7 maggio sabato, sentiero delle 100 grandi querce, itinerario lungo il Canale di Palocco dalla Tenuta a viale di Castel Porziano.
Appuntamento Castel Fusano Parcheggio Crazy Horse ore 16.30
17 maggio martedì, ore 18.45 III incontro in video conferenza
Interventi sul territorio e prospettive future
21 maggio sabato, Bagnoletto, nuove modalità di gestione delle acque
Appuntamento ore 16.30 Via del Collettore Primario, angolo Via Capo Due Rami
22 maggio, appuntamento conclusivo, presso la sede del CEA via del martin pescatore s.n.c., Casale Pantano ore 17.00
Sintesi dei contenuti, test di gradimento, prossimi appuntamenti con il WWF Litorale Laziale
La partecipazione è limitata a 20 persone: è necessario iscriversi per tempo, inviando un sms o un whatsapp al 347 8238652 oppure tramite posta elettronica a litoralelaziale@wwf.it.
A fine corso sarà rilasciato un attestato per coloro che prenderanno parte ad almeno 5 dei 7 incontri previsti.
La BONIFICA ieri, oggi e domani, CORSO dal 9 aprile al 21 maggio

Le opere di bonifica, i canali e gli impianti di sollevamento, la cui costruzione è stata avviata dalla fine del 1800, oggi in che modo rispondono e si adattano alle trasformazioni del territorio?
Il reticolo idrico, costituito dai canali delle acque basse ed alte, entra in relazione con il fiume, condiziona la qualità degli ambienti naturali e urbanizzati e la qualità delle acque del mare. I canali sono zone umide spesso di grande interesse naturalistico e costituiscono corridoi ecologici che collegano le diverse aree naturali. Gli aspetti idraulici legati al reticolo dei canali sono importanti per comprendere a fondo il territorio del Litorale Romano. Anche solo il nome assegnato ai canali ha un importante significato.
Questo è quello che intendiamo raccontare e mostrare direttamente attraverso quattro esplorazioni e tre incontri.
Il corso è svolto con la collaborazione del Consorzio di Bonifica Tevere ed Agro Romano.
Le 4 esplorazioni del territorio sono precedute, ad esclusione della prima, da un incontro che approfondisce e chiarisce gli aspetti connessi all’esplorazione sul campo per la sua migliore comprensione.
Per tutti i docenti di ogni ordine e grado il corso è riconosciuto come attività di aggiornamento. Il WWF Italia è Ente riconosciuto e accreditato presso il MIUR per la formazione dei docenti. A tutti i docenti partecipanti sarà inviato un attestato valido come attività di formazione in servizio.
Relatori e guide:
Maria Gabriella Villani, Francesco Vitolo, Fabio Converio, Loretta Buonamico
9 aprile sabato, argine del Tevere a Ostia Antica, inquadramento generale del territorio
Appuntamento Borgo di Ostia Antica ore 16.00
22 aprile venerdì, ore 18.45 incontro in video conferenza
Lo sviluppo del reticolo dei canali e gli impianti di sollevamento delle acque
23 aprile sabato, Impianto delle Idrovore,
Appuntamento via fosso del Dragoncello appuntamento all’impianto ore 10.30
6 maggio venerdì, ore 18.45 incontro in video conferenza
I canali e la rinaturalizzazione degli habitat
7 maggio sabato, sentiero delle 100 grandi querce, itinerario lungo il Canale di Palocco dalla Tenuta a viale di Castel Porziano.
Appuntamento Castel Fusano Parcheggio Crazy Horse ore 16.30
20 maggio venerdì, ore 18.45 incontro in video conferenza
Interventi sul territorio e prospettive future
21 maggio sabato, Bagnoletto, nuove modalità di gestione delle acque
Appuntamento ore 16.30 Via del Collettore Primario, angolo Via Capo Due Rami
La partecipazione è limitata a 20 persone: è necessario iscriversi per tempo, inviando un sms o un whatsapp al 347 8238652 oppure tramite posta elettronica a litoralelaziale@wwf.it.
A fine corso sarà rilasciato un attestato per coloro che prenderanno parte ad almeno 5 dei 7 incontri previsti.
Cosa riceveranno i partecipanti:
due pubblicazioni a colori: sulla Riserva del Litorale Romano e sulle zone umide della Riserva
ulteriori approfondimenti in formato elettronico inviati via posta elettronica
CONTRIBUTO DI PARTECIPAZIONE
La quota di partecipazione è di € 30.
Le agevolazioni
Non deve versare la quota di partecipazione:
Chi ad inizio corso si iscrive al WWF per la prima volta (30€) ;
Chi è già Socio e rinnova con la domiciliazione ;
Chi è già Socio con la domiciliazione ;
Chi rinnova essendosi iscritto lo scorso anno tramite il WWF Litorale Laziale ;
Il contributo è destinato all’autofinanziamento dell’associazione WWF Litorale Laziale, gruppo attivo del Litorale Romano.
Il corso sarà effettuato con un minimo di 10 partecipanti.
Il nostro fiume è bene comune
Svolti i 4 eventi conclusivi in programma dal 4 marzo al 21 aprile: il 4 marzo è stata protagonista la prima media dell’I. C. Giovanni Paolo II, il 18 marzo ad Ostia Antica con le tre classi della I. C. Fanelli Marini, il 22 marzo la quarta e quinta classe dell’I.C. Giovanni Paolo. Infine il 21 aprile al Parco del Drago con le tre classi dell’I.C. Traiano abbiamo concluso il progetto.
Il titolo del progetto “Il nostro fiume è bene comune”, finanziato dalla Regione Lazio, ha coinvolto tre Istituti scolastici del territorio adiacente al Tevere: Fanelli Marini, Giovanni Paolo II e Marco Ulpio Traiano.

Al primo appuntamento per la Regione è intervenuta Cristiana Avenali e per il X Municipio Valentina Scarfagna al secondo appuntamento è intervenuta il Vicepresidente e Assessore all’Ambiente del X Municipio, Valentina Prodon.
I protagonisti del progetto sono gli alunni che insieme ai docenti hanno svolto un percorso di conoscenza dell’ambiente fluviale prossimo alla sede scolastica con 6 appuntamenti per ciascuna classe.



Il 18 marzo al parco dei Ravennati le 3 classi della scuola primaria dell’I.C. Fanelli Marini. Bambine e bambini hanno raccontato il loro percorso e le esperienze fatte durante i sei appuntamenti guidati da Andrea Carletti e Loretta Buonamico. Sono intervenute per il X Municipio il Vicepresidente ed Assessore all’Ambiente Valentina Prodon e la Presidente della Commissione Ambiente Valentina Scarfagna.



Ad ogni bambina e bambino sono stati consegnati: l’attestato di partecipazione e il tesserino di giovane guida del Tevere.


Grazie a Loretta Buonamico, Andrea Carletti, Dario La Montagna i nostri educatori ambientali.
Alcuni lavori fatti da alunne e alunni.
No alle grandi navi sulla costa di Fiumicino
Italia Nostra Litorale Romano e WWF Litorale Laziale aderiscono all’assemblea pubblica in programma domenica 19 dicembre ore 11.00 in Piazza Grassi a Fiumicino, organizzata dal Comitato “Tavoli per il Porto”.

Le associazioni sono assolutamente contrarie alla realizzazione di porti croceristici alla foce del Tevere. Le motivazioni sono rilevanti e diverse:
forte impatto sul paesaggio di costa. A riguardo il Ministero della Cultura ha affermato: “particolare attenzione andrà posta per superare il problema della presenza del “fuori scala” costituito dalle navi da crociera (caratterizzate da dimensioni, forme e materiali estranei al contesto) nella realtà dell’Isola Sacra, evitando impatti negativi – non solo visivi- che potrebbero scaturire dalla stridente differenza dimensionale-volumetrica rispetto a quelle circostanti.”
forte impatto sull’ambiente marino: il fondale non è idoneo, poco profondo per accogliere le navi da crociera. Questo impone “importanti dragaggi per realizzare le batimetrie necessarie al passaggio delle navi, e non solo all’interno del bacino portuale”( Ministero della Cultura);
forte impatto sulla viabilità: i collegamenti viari tra Fiumicino e Roma sono saturi e la completa mancanza di trasporto su rotaia, di cui invece è dotato il Porto di Civitavecchia che inoltre ha realizzato non da molti anni anche il raccordo diretto con l’autostrada;
assurda concorrenza con il Porto di Civitavecchia dotato di collegamento ferroviario ed anche di un raccordo diretto con l’autostrada. Inoltre pare che Civitavecchia stia attraversando un periodo di crisi.
Infine dobbiamo rilevare che i processi decisionali su queste grandi opere hanno escluso la partecipazione della cittadinanza.
In tutto questo manca una visione generale di uso della costa.
Questi progetti si muovono in direzione esattamente opposta alle direttive della Convenzione di Barcellona del 2009:
“ a) la considerazione del patrimonio biologico e delle dinamiche di funzionamento naturale della zona intercotidale (la zona dell’ambiente marino compresa tra i livelli della bassa e dell’alta marea, che può avere un’estensione di pochi decimetri o di alcuni chilometri in relazione all’escursione delle maree) nonché dell’interdipendenza della parte marina e di quella terrestre;
b) la tutela dei sistemi idrologici, geomorfologici, climatici, ecologici, socioeconomici e culturali, per prevenire gli effetti negativi dei disastri naturali;
c) l’adozione dell’approccio ecosistemico alla pianificazione e alla gestione delle zone costiere, in modo da assicurarne lo sviluppo sostenibile;
d) una governance appropriata, che consenta alle popolazioni locali interessate una partecipazione adeguata e tempestiva nell’ambito dei processi decisionali;
e) il coordinamento istituzionale intersettoriale dei vari servizi amministrativi e autorità locali competenti per le zone costiere;”
Come si concilia la “transizione ecologica” con uno sviluppo basato sulla cementificazione e sul consumo delle risorse?
Riteniamo che sia indispensabile investire invece nella riqualificazione dei nostri splendidi litorali e nella promozione del turismo sostenibile.


Poster all’assemblea nazionale ad Assisi
Dal 5 al 7 novembre scorso si è tenuta ad Assisi l’annuale Assemblea dei soci. L’assemblea è una preziosa occasione per confrontarsi, scambiare le esperienze, relazionarsi con il network internazionale.
Un pomeriggio è stato dedicato alle iniziative che le diverse associazioni WWF svolgono a livello territoriale, che sono state illustrate con poster esposti al pubblico.
Ecco i poster:
Frammenti di natura, che vede convolti insieme a noi il WWF Caserta e il WWF Brindisi
Vigilanza antincendio, dal 2017 a Castel Fusano e Pineta Acqua Rossa
Outdoor centro estivo realizzato dal 30 agosto al 10 settembre c.a.
Il nostro fiume è bene comune, progetto di educazione ambientale in svolgimento
PCTO, attività di alternanza scuola lavoro a Terracina






Frammenti di natura a Caserta, Brindisi e sul Litorale del Lazio
“Frammenti di Natura” è un progetto che intende proteggere con azioni concrete alcuni luoghi di rilevanza naturalistica e allo stesso tempo far conoscere meglio il loro grande valore. Il progetto vede la collaborazione di tre diverse Associazioni WWF di Regioni differenti.
Nel Lazio, il WWF Litorale Laziale si occupa dell’Oasi della duna e l’Oasi della Palude, ad Ostia, il gruppo Litorale Pontino cura un frammento di duna a Terracina.
In Campania il WWF Caserta segue la Pineta di Castel Volturno, la Riserva dei Variconi, e i Monti Tifatini.
In Puglia il WWF Brindisi cura ad Ostuni Torre Pozzelle, La Quatina e Posticeddu.
Il progetto si è posto come obiettivo l’individuazione di un percorso condiviso per arrivare alla tutela di “frammenti di natura”.
Per narrare i frammenti stiamo realizzando grazie al videomaker Emanuele Quartarone un video sui nove preziosi tesori di natura riscoperta.